Da Montemaggiore al Metauro in provincia di Pesaro, balcone proteso su una delle vallate d’Italia in cui è ancora possibile cogliere il senso della storia, Raffaella Calcagnini, diplomata all’Istituto d’Arte “Apolloni” di Fano e all’Accademia di Urbino, racconta la “sua” storia. Ed è una storia importante che non teme di confrontarsi con l’idea di spazio e di infinito, da cui trae esaltanti entusiasmi e profonde disperazioni. Sono le stesse sensazioni che la sua pittura riesce a trasmettere nel momento in cui rinfrange, con i più ardui giochi di luce, i colori di un cielo animato da mille guizzanti tensioni o immagina la figura di un Cristo che, nel momento in cui muore, emana il più potente anelito di vita. E il tutto è composto con tessere musive, ad incastro, come la felicità si innesta e si collega alla tristezza, per esplodere ancora dopo in un boato di policrome emozioni.
Massimo Foghetti, giornalista